#BAMoff | Dialogo su sonorità mediterranee
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Italia
Sorpresa e imprevedibilità, la voglia di superare il limite della convenzione con una incessante ricerca sonora, questi gli elementi rintracciabili in questo suggestivo duo. La sinergia musicale e l’intenso scambio che Mirra e Drake riescono a creare ammaliano per la brillantezza delle idee che riescono ad esprimere non solo senza apparente fatica, ma con un interscambio e una interazione strumentale impressionante. Le composizioni sono usate nel flusso improvvisativo per suggerire a questo strade diverse, ma nello stesso tempo la creatività dei due ne determina cambiamenti – anche strutturali – che per mano loro si caratterizzano di volta in volta, di incontro in incontro, come momenti unici, irripetibili, mai uguali a se stessi.
Le melodie si costruiscono da sole, grazie anche alle conoscenze musicali dei due interpreti, alla loro notevole apertura mentale, alla capacità di spaziare nei ritmi di Drake, vero maestro nel creare basi poliritmiche torrenziali su cui si innestano le sonorità poetiche ed impattanti di Mirra, senza mai farci perdere il filo.
Il processo attraverso il quale si sviluppano i percorsi musicali è l’estemporaneità, dunque, attraverso un uso evocativo degli strumenti, e della voce di Drake, senza pregiudizi stilistici di sorta dove due culture di appartenenza così apparentemente lontane si ritrovano, si amalgamano, si fondono, creando un ponte immaginario tra l’onirico, l’ancestrale e le melodie sospese, a tratti quasi ipnotiche dove le pulsazioni africane e orientali dei tamburi sanno assorbire l’eclettismo del vibrafono e respirarci assieme in un caleidoscopico viaggio sonoro.
Brillante, sensibile, infinitamente ritmico, intelligente, spirituale e potente batterista di Chicago. Nato a Monroe in Louisiana nel ‘55, la sua famiglia si trasferisce ad Evanston–Chicago qualche anno dopo, proprio mentre un altro musicista, faceva lo stesso tragitto, con la propria di famiglia: Fred Anderson. Hamid si è immerso fin da adolescente nell’ascolto R&B e funk, di tutto il Motown, Stax e Atco. Ha iniziato a suonare in rock and R&B bands, ancor giovanissimo, attirando l’attenzione di Fred Anderson col quale dal 1974 in poi si instaura una collaborazione professionale che diviene sempre più stabile. È lo stesso Fred Anderson che lo introduce presso Douglas Ewart, Gerge Lewis e gli altri componenti dell’AACM ( Chicago's Association for the Advancement of Creative Musicians). Le sue influenze musicali più significative per quanto riguarda le percussioni risalgono a quel periodo, ovvero ad Ed Blackwell, Adam Rudolph, Philly Joe Jones, Max Roach, Jo Jones. Altro incontro fortunato è quello con Don Cherry da cui scaturirà un’altra avventura musicale duratura. Dopo aver conosciuto Don Cherry, Hamid ha viaggiato molto al suo seguito in Europa, occasione per dedicare più tempo all’esplorazione dell’infinito universo percussivo, condividendo profondamentecon Don Cherry il significato della spiritualità applicata alla musica e delle sue infinite possibilità di trasformazione ed evoluzione. Negli anni è stato inventivo supporto ritmico di lungimiranti artisti tra cui Borah Bergman e Peter Brotzmann, con il quale ha suonato in quartetto con William Parker e Toshinori Kondo, Marylin Crispell, Pierre Dørge, il pianista compositore norvegese Georg Gräwe, Herbie Hancock, Misha Mengelberg, Pharoah Sanders, Wayne Shorter, Malachi Thompson, David Murray, Archie Shepp, Bill Laswell, Gigi, Nicole Mitchell, Michel Portal, M. Zerang con cui celebra dal 1991 il Solstizio d’Inverno, Kent Kessler e Ken Vandermark nel DKV trio. Negli ultimi anni nonostante i molteplici impegni di lavoro, dedica sempre più, parte della sua attività a progetti personali quali Bindu, in preparazione a nome suo un tributo ad Alice Coltrane, e tra le collaborazioni con artisti italiani, Pasquale Mirra, Antonello Salis, Paolo Angeli, Gavino Murgia, Daniele Sepe.
Hamid Drake è stato insignito della nomina di Chevalier Des Artes et Lettres dal Ministero della Cultura Francese.
Credit Photo: Roberto Cifarelli
Vibrafonista tra i più attivi del jazz Italiano ed Internazionale. Studia strumenti a percussione presso il Conservatorio Statale di Musica di Salerno. Segue i corsi di perfezionamento musicale presso Siena Jazz e si laurea al Conservatorio Statale di Bologna. Nel 2013, 2014 e 2015 viene nominato miglior vibrafonista italiano dalla rivista di settore Jazz it. Nel 2014 e 2015 è inoltre considerato tra i migliori musicisti dell'anno per i critici della rivista Musica Jazz. Ha inciso più di 30 dischi e vanta numerose collaborazioni con musicisti nazionali ed internazionali, tra i quali: Hamid Drake, Michel Portal, William Parker, Fred Frith, Nicole Mitchell, Zeena Parkins, Ernst Reijseger, Rob Mazurek, Ballaké Sissoko, Aziz Sahmaoui, Butch Morris, Tristan Honsinger, Michael Blake, Lansinè kouyatè, Herve' Samb, Samba Toure' Mederic Collignon, Jeff Parker, Josh Abrams, Oumar Tourè, Napoleon Maddox, Billy Bang, Harrison Bankhead, Renee Baker, Charles Hayward, Aly Keita, Fadimata Wallet Oumar, Viktor Toht, Jeb Bishop, Dee Alexander, Roy Paci, Cristina Donà, Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo, Domenico Caliri, Fabrizio Puglisi, Vincenzo Vasi, Cristiano Calcagnile, Zeno de Rossi, Paolo Angeli e molti altri. Si esibito in: Italia, Olanda, Belgio, Norvegia, Danimarca, Germania, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Russia, Francia, Polonia, Romania, Ungheria, Serbia, Turchia, Svizzera, Austria, America (Chicago, New York, New Orleans). Ha inciso per Radio RAI 3, si è esibito in programmi televisivi della Radio Televisione Italiana e con il gruppo Mop Mop ha registrato le musiche del film 'To Rome with Love' del regista e attore americano Woody Allen.